Proposta di vita per Laici associati

1.      “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1Gv 3,1).

Battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, noi siamo stati accolti come figli nel grembo fecondo della Trinità. La comune partecipazione alla vita divina struttura le nostre persone, è il fondamento della nostra dignità incomparabile, apre al desiderio di rispondere all’Amore infinito con il nostro amore di creature, offrendo noi stessi come sacrificio santo e gradito a Dio (cfr. Rm 12,1) nel compimento della nostra particolare vocazione.

Il Signore Gesù nella sua incarnazione ci ha rivelato e resi partecipi della carità trinitaria, di cui il suo Cuore è “simbolo vivente e vivificante” (cfr. Cost. 1). Mettersi alla scuola della sua interiorità, cioè del sentire e del volere del Figlio di Dio, è il nostro primo desiderio e quotidiano impegno. In questo modo, coltivando un’intensa e fruttuosa vita nello Spirito, nella nostra realtà laicale condividiamo con i presbiteri dell’Istituto il medesimo sacerdozio battesimale e ci sentiamo associati alla loro missione apostolica.

Come membra vive della Chiesa di Cristo, inseriti nelle nostre Comunità diocesane e parrocchiali, ci sentiamo chiamati in modo particolare a contribuire alla sua crescita nella comunione e apertura al mondo, cogliendo i “segni dei tempi”, cioè il linguaggio dello Spirito, e ponendo particolare attenzione all’ascolto e alla cura del cuore dell’uomo.

Per questo motivo riconosciamo come un dono particolare il carisma di sant’Ignazio di Loyola e cogliamo nella sua pedagogia una via sicura per la formazione personale, l’arte del discernimento, la guida spirituale del nostro prossimo.

 

2.      “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, ed io vi darò ristoro” (Mt 11,28)

Vivere associati a questo Istituto ci permette di gustare un’esperienza singolare di Cenacolo, dove presbiteri e laici siamo chiamati costantemente ad accogliere e far risuonare all’unisono nei nostri cuori i battiti di mitezza e di umiltà del Cuore di Cristo.

Il suo amore appassionato e dolce, misericordioso e gratuito, libero e tenace, ci rende capaci di abitare con il suo cuore in mezzo ai luoghi di solitudine e di fraternità, di divisione e di fraternità, di sfiducia e di speranza.

Il Signore Gesù ci invia nel grande campo del mondo a edificare, secondo la nostra particolare vocazione, la Chiesa delle Beatitudini con i poveri, i piccoli, gli ultimi, i peccatori e con tutti coloro che si aprono alla ricerca della verità.

Proprio alla luce del “Discorso della montagna” (Mt 5-7) possiamo cogliere il modo originale con cui da laici siamo chiamati a vivere i consigli evangelici della povertà, castità, obbedienza, come tensione alla santità e alla perfezione, cioè al compimento della nostra vita.

La prima e determinante consacrazione è e rimane quella battesimale, dentro la quale risuona la chiamata a una sequela sempre più generosa del Signore Gesù (il “Magis” ignaziano). Come laici associati non formuliamo dei “voti”, ma l’“offerta” di noi stessi al Signore Gesù e alla sua Chiesa dentro l’Istituto, diventando così pienamente partecipi dei frutti spirituali e corresponsabili nella missione di questa famiglia consacrata.

Per noi laici la castità è il segno di un cuore concentrato e libero, capace di amare con la stessa intensità del Cuore di Cristo; la povertà è la scelta di orientare i propri beni e la propria vita per il fine al quale siamo creati (cfr. “Principio e Fondamento” degli Esercizi Spirituali ignaziani); l’obbedienza è la capacità di ascoltare la voce del Signore, che parla anche attraverso le situazioni, le circostanze, le persone che incontriamo ogni giorno, e di offrire con prontezza il proprio “eccomi”.

 

3.      “Pregare sempre senza stancarsi mai” (Lc 18,1)

Gesù viveva in continua preghiera, perché il suo cibo era fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34). Anche noi desideriamo pregare sempre (cfr 1Ts 5,17), vivendo in comunione con il Cuore di Gesù, facendo della nostra vita un dono ai fratelli secondo la volontà del Padre, amando e servendo Dio in tutto (cfr. Norma n. 30).

Diventare preghiera e non soltanto “dire preghiere” è il frutto maturo di chi coltiva uno sguardo mistico, capace di cogliere e contemplare la presenza di Dio in ogni frammento di vita e i suoi passaggi tanto nei grandi come nei quotidiani incroci della nostra storia.

A tutto ciò ci educa la Chiesa con la celebrazione del mistero di Cristo nei diversi tempi dell’anno liturgico, l’amministrazione dei Sacramenti, la preghiera liturgica che scandisce le Ore di ogni giornata. La partecipazione attiva e frequente all’Eucaristia, l’accostarsi mensilmente al sacramento della Riconciliazione, la recita quando è possibile delle Lodi Mattutine e dei Vespri sono i pilastri portanti della nostra vita spirituale.

La nostra preghiera personale, da vivere sempre in comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle in Cristo e con gli angeli e i santi del cielo, si nutre in abbondanza della Parola di Dio e la sua forma e tempi sono concordati e verificati con la propria guida spirituale. Da privilegiare, secondo la pedagogia ignaziana, sono la meditazione-contemplazione e gli esami di coscienza.

Una devozione particolare verso il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria ci accomuna e ci sostiene in un vincolo di profonda fraternità. La partecipazione alla Rete mondiale di preghiera per il Papa, i primi venerdì del mese, l’adorazione eucaristica, la spiritualità di riparazione sono tra le forme con cui esprimiamo questo legame.

 

4.      Per “rivestire l’uomo nuovo” (Ef 4,24)

Conoscere e vivere il mistero di Cristo nella sua pienezza è un dono e un compito affidato alla nostra cura e risposta generosa. Come discepoli siamo chiamati continuamente ad abbandonare i “pensieri vani” per ascoltare e lasciarci istruire dal Signore Gesù, abbandonando la condotta dell’uomo vecchio e rinnovandoci nello spirito della nostra mente per “rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità” (cfr. Ef 4,17-24).

Associandoci all’Istituto Secolare dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù abbiamo la possibilità di ricevere un aiuto discreto ed efficace nell’accompagnamento spirituale e nei momenti di discernimento personale. L’accoglienza e la carità fraterna, sperimentate nei nostri collegi tra laici e presbiteri, ci permettono di camminare insieme con maggiore vigore sul cammino della nostra santificazione e di sostenerci a vicenda nei momenti di stanchezza e di prova.

Momenti specifici di formazione ci vengono offerti in occasione del ritiro mensile e degli Esercizi Spirituali, da vivere possibilmente con cadenza annuale con gli altri membri dell’Istituto.  La nostra partecipazione al Convegno Nazionale dell’Istituto, di solito previsto in prossimità della solennità liturgica del Sacro Cuore di Gesù, ci permette di maturare un medesimo sentire e di offrire la nostra particolare lettura – in quanto laici –  di quanto accade nella Chiesa e nel mondo.

Per chi si avvicina alla nostra famiglia spirituale è previsto un cammino di orientamento in due tappe, ciascuna della durata di almeno un anno: periodo di orientamento e periodo di formazione iniziale.

Nel periodo di orientamento, partecipando ai ritiri mensili, si viene a conoscenza della spiritualità propria dell’Istituto. Attraverso i colloqui con il referente della formazione si è invitati a fare discernimento sulle intenzioni e sulle qualità necessarie per l’adesione all’Istituto almeno in grado iniziale (sincero desiderio della perfezione evangelica, maturità umana e spirituale, fortezza d’animo e generosità nell’amore – cfr. Cost. 34), sperimentando nella preghiera il metodo ignaziano e cogliendo gli elementi essenziali della spiritualità del Sacro Cuore.

Nel periodo di formazione iniziale si verifica e conferma la scelta di associarsi all’Istituto, approfondendo la storia e i contenuti di questo particolare carisma. Attraverso l’accompagnamento personale da parte di un socio, presbitero o laico, si approfondisce la conoscenza della proposta di vita per i laici associati. Il periodo di formazione iniziale si conclude con il rito dell’Offerta. “Questa non ha forza di voto, ma esprime il proposito di seguire gli orientamenti dell’Istituto e di praticare le tre virtù evangeliche” (Norma n. 60a) secondo la propria condizione laicale.

Spetta al Responsabile di Zona, sentito il suo Consiglio, accogliere i laici, che desiderano associarsi all’Istituto.

Se l’associato matura il suo desiderio di lasciare l’Istituto, dopo aver verificato e concordato questo proposito con il suo direttore spirituale, ne dà comunicazione al referente del proprio gruppo.

Per offrire un nostro contributo specifico alla vita e alla missione dell’Istituto siamo chiamati a scegliere tra di noi per ogni gruppo un referente, che saranno invitati a partecipare ai Consigli della propria Zona. Alcuni di noi verranno indicati anche per collaborare nella formazione iniziale e permanente. I referenti dei diversi gruppi sceglieranno anche un loro rappresentante che sarà invitato al Consiglio Generale dell’Istituto.

 

5.      L’amore del Cristo ci spinge” (2Cor 5,14)

Chiamati a portare l’amore di Cristo nel mondo, noi laici associati partecipiamo responsabilmente alla vita, alle speranze e ai problemi della società in cui viviamo, con il desiderio di inserirvi il lievito del vangelo, mettendoci a servizio autentico dell’uomo. Il nostro impegno nelle realtà temporali trova particolare espressione nelle diverse attività lavorative, in tante forme di volontariato e nell’ambito familiare, senza escludere una presenza diretta nel campo sociale, culturale e politico. Per questo motivo offriamo, dove è possibile, la nostra collaborazione per promuovere e sostenere le strutture e le istituzioni (amministrative, educative, assistenziali, ricreative…) e ogni altro ambito nel quale si articola e si costruisce la vita delle singole persone e delle comunità.

Questo impegno, tuttavia, può assumere forme e intensità diverse a motivo delle differenti situazioni di vita e delle condizioni di età o di salute, ma il valore della nostra offerta resta intatto.

Come laici dell’Istituto ci dedichiamo in tutti questi servizi in spirito di obbedienza alla volontà di Dio, che ricerchiamo insieme ai nostri Responsabili, considerando attitudini, capacità, preparazione e aspirazioni personali.

Inoltre, vogliamo vivere in prima persona la chiamata a partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Per questo:

  • offriamo la nostra buona testimonianza di discepoli del Signore Gesù in fedeltà alle virtù evangeliche;
  • cerchiamo di promuovere anzitutto i semi di bene nascosti ma già presenti e operanti nella realtà del mondo, animando attraverso la luce del vangelo i valori umani;
  • nelle nostre relazioni umane cogliamo preziose occasioni per rendere ragione della nostra speranza (cfr. 1Pt 3,16);
  • ci rendiamo disponibili a collaborare con i nostri Pastori, in spirito di corresponsabilità e nel rispetto della vocazione propria dei laici, nel servizio della comunità ecclesiale per la sua crescita e vitalità.

Negli ambiti in cui ci muoviamo resta fermo l’obiettivo primario: formare il cuore dell’uomo (Cost. 5b) per renderlo capace di accogliere e lasciarsi trasformare dall’amore di Cristo.

Come ci insegna S. Ignazio di Loyola, viviamo questa nostra offerta ad maiorem Dei gloriam.

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PREGHIERA DI OFFERTA

Signore Gesù, il tuo Cuore aperto sulla croce ci rivela l’amore infinito del Padre e ci dona lo Spirito che ci sceglie per la missione.

Io mi offro liberamente per seguirti più da vicino su un cammino di preghiera e di contemplazione, di amore casto e di obbedienza alla volontà del Padre, di povertà e disponibilità, di vita fraterna e di solidarietà, nella famiglia dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù.

Con la mia vita possa annunciare la gioia del vangelo, lavorare per l’edificazione del tuo regno e portare a tutti l’invito a seguirti.

Dammi la tua forza e la tua tenerezza per amare come tu ami.

Che la Vergine Maria sostenga il mio desiderio e l’impegno di fedeltà che oggi mi assumo.